I vantaggi nelle vendite giudiziarie sono anche nei costi extra che dovrai sostenere. Scopri quali sono in questo articolo.
Perché è vantaggioso comprare casa in un’asta immobiliare? Non solo per il prezzo molto più basso dell’immobile, rispetto al mercato libero, ma anche per un altro aspetto di cui si parla poco. Ci riferiamo ai costi più bassi anche delle altre spese che dovrai sostenere: Quali sono? Li raccontiamo in quest’articolo.
Tasse e costi nelle aste immobiliari
Oltre ai costi di cui abbiamo già parlato nei nostri articoli, come l’assegno di cauzione necessario per partecipare a un’asta (che ha un valore del 10% rispetto al prezzo offerto) e spese minime come la marca da bollo, esistono poi altre tasse e costi nel caso che tu riuscissi ad aggiudicarti un immobile all’asta.
Riassumendo avrai:
- Le tasse statali
- Le spese per cancellazioni e per le trascrizioni dei pignoramenti
- Il compenso per il delegato alla vendita.
Addio notaio!
Qualora tu fossi aggiudicatario in un’asta immobiliare, dovrai sostenere alcune spese relative alla trascrizione e registrazione dell’immobile e alla voltura catastale.
In particolare, le imposte variano in base al valore catastale dell’immobile e sono:
- Imposta di registro: è del 2% del valore catastale, se si tratta di una seconda casa, al contrario saliamo al 9%.
- Imposta catastale, che è di 50 euro.
- Imposta ipotecaria, che è anch’essa pari a 50 euro.
Se hai un occhio attento hai notato che non abbiamo menzionato le spese notarili poiché se compri casa all’asta non ci sono!
Mentre come sai il costo dei notai impatta tanto sull’acquisto di una casa sul mercato libero. C’è da dire per completezza di informazione che pagherai il notaio solo nel caso tu avessi acceso un mutuo, ma questa è un altra storia.
Altre spese accessorie
A carico dell’aggiudicatario sono previsti poi altri costi accessori, come le spese per le cancellazioni e iscrizioni ipoteche e le trascrizioni di pignoramento.
Qui, tuttavia, c’è da dire che ci sono dei dettagli che non tutti conoscono, ovvero non sempre queste sono a carico dell’aggiudicatario.
L’iter in genere è questo: il giudice decide se queste spese siano a carico della procedura o dell’aggiudicatario. In un secondo momento poi, incarica il delegato alla vendita di occuparsi materialmente delle cancellazioni.
Ecco quali sono questi costi e come vengono calcolati, con in più la spiegazione della formula dello 0.5%.
Le trascrizioni del pignoramento hanno un costo di circa 300 euro, 294 euro per l’esattezza, che nasce da un calcolo che comprende imposta ipotecaria, imposta di bollo e tassa ipotecaria.
Invece per quanto riguarda le ipoteche qui c’è da fare una distinzione. In caso di ipoteca volontaria che coinvolge una banca, ci sarà solo una tassa ipotecaria da pagare di 35 euro.
Invece, negli altri casi di ipoteca volontaria tra privati, ipoteca legale o giudiziale (nel caso di un decreto ingiuntivo) per conoscere il pagamento applicherai questa formula:
94 euro (che nascono dall’unione tra imposta di bollo e ipotecaria) + lo 0,5% della somma iscritta.
Un’altra spesa invece che devi mettere sicuramente in previsione è il compenso del delegato alla vendita. Non è facile calcolarlo perché è stabilito dal giudice, caso per caso, e tiene conto delle attività che il professionista ha svolto, della loro complessità e delle spese che ha sostenuto personalmente.
Tuttavia, anche in questo caso c’è un incredibile vantaggio: rispetto alle spese del notaio sul mercato libero, il compenso del delegato ha un costo di 4 volte inferiore!
E le spese condominiali?
Anche su questo punto le aste offrono un’opportunità. In questo caso nello specifico, circolano delle fake news, a cui devi fare attenzione. Molti operatori in erba alle aste temono infatti che l’acquisto all’asta di un immobile possa nascondere una marea di spese condominiali arretrate, non saldate dal vecchio proprietario dell’immobile.
E invece non è così: ipotizziamo che l’esecutato non abbia pagato il condominio per 10 anni. Come aggiudicatario sarai tenuto soltanto a coprire le spese condominiali degli ultimi due anni, mentre gli altri otto resteranno sempre a carico del debitore.
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