Numeri in calo, la Lombardia e Roma conquistano i primi posti della classifica. La base d’asta media? 159 mila euro.
I dati sono oggi uno strumento indispensabile per i consulenti di aste immobiliari. Conoscere il mercato e le sue caratteristiche permette loro infatti di valutare al meglio un’operazione, capire dove cogliere i migliori affari e sapere quando il settore è in rialzo o in calo.
Dati come quelli raccolti da Cherry Brick ripresi da BeBeez nel primo quadrimestre 2023 (gennaio-aprile) che ci permettono di raccontare delle curiosità e fare delle riflessioni sul comparto delle aste immobiliari, su come si sta muovendo oggi e come si evolverà nel prossimo futuro.
Aste immobiliari, numeri in calo, è fisiologico?
Ci sono alcuni numeri calanti nel primo quadrimestre. Il report evidenzia come, per esempio, siano stati circa 56.500 gli immobili oggetto di tentativi d’asta: un -18% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
In calo anche il valore complessivo dell’offerta minima che tocca quota 9 miliardi di euro, rispetto agli 11,5% del 2022 (-22%).
Gli alti tassi di interesse e la minore capacità di acquisto possono essere tra le cause del rallentamento del collocamento in aste degli immobili, specie per quelli che sono in possesso di investitori in Npl o banche:
«Al di là di questi fattori esterni, è fisiologico un calo nel comparto delle aste immobiliari, poiché presuppongono delle procedure esecutive. Essendo nel settore da più di 10 anni ho assistito ad altre fasi di riduzione dei numeri, ma l’offerta poi sul mercato ha dimostrato sempre di saper crescere rapidamente nel tempo», spiega il nostro Luca Rossoli.
I numeri degli ultimi anni confermano il ragionamento di Rossoli. Se nel 2021, le unità immobiliari sono state 126.083, con offerte minime pari a 14.053.810.161 di euro; nel 2022 sono state effettuate oltre 192mila aste immobiliari, con un valore complessivo dell’offerta minima di 31 miliardi di euro.
Meno aste, ma più opportunità (per i bravi)
Nel report emergono poi altri dati che suscitano la curiosità degli appassionati del settore. Innanzitutto, la base d’asta media: 159mila euro. Scendendo poi nel dettaglio emerge che questo valore è in calo per gli immobili residenziali (128 mila euro, -9% rispetto al 2022); mentre la cifra aumenta per gli immobili commerciali (179 mila euro, +4%).
Dati preziosi anche quelli che riguardano le Regioni e le città nelle quali sono avvenute più vendite di immobili all’asta. In testa, nella classifica regionale di questo primo quadrimestre, c’è la Lombardia (13% sul totale) che domina un podio su cui siedono Sicilia e Lazio.
Tra le città con più tentativi d’asta si aggiudica il primo posto Roma (1.665, il 3% sul totale). Seguita da due città del Sud (Napoli, 496) e Catania (412):
«Ogni volta che il mercato si contrae è una buona notizia per i professionisti più capaci che possono cogliere meglio le opportunità che si presentano, grazie alla loro maggiore esperienza e know how, necessari in un settore nel quale non trovano spazio gli improvvisati», conclude Rossoli.
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